Secondo i dati Eures sono stati 179 i casi di femminicidio nel 2013, in pratica 1 donna ogni due giorni è stata vittima di omicidio. Un aumento del 14% rispetto al 2012. Senza contare poi coloro che hanno subito violenze fisiche e sessuali.

Non possiamo non ricordare tra queste la studentessa erasmus, vittima di uno stupro lo scorso giugno a Milano dove stava terminando il suo periodo di mobilità. Solo un mese fa è stato arrestato il secondo violentatore. Ma non tutte coloro che subiscono una violenza riescono a vedere il proprio assalitore pagare per il proprio crimine.

Erasmus Student Network Italia vuole ricordare questa giornata per un motivo ben preciso. Crediamo, prima che in ogni altro valore, nell'uguaglianza e nel rispetto reciproco tra popoli di diversa cultura. Oggi però noi vogliamo ricordare e ricordarci che tali valori sono anche quelli che devono esistere alla base del rapporto tra uomini e donne.

Ogni giorno, nel mondo, dentro le mura domestiche, quelle che più di ogni altra cosa dovrebbero farci sentire “al sicuro”, centinaia di donne sono costrette a subire violenza e nei casi peggiori essere uccise dai propri compagni. In 7 casi su 10 infatti, i femminicidi sono consumati all’interno del contesto familiare.

Ancora oggi una donna non può tornare a casa da sola la sera, o andare a correre da sola (come dimostra la storia di Irene runner milanese aggredita e sfregiata sul Naviglio mentre faceva jogging) o prendere un treno di notte senza dover temere di subire una violenza fisica o rischiare delle mancanze di rispetto anche solo verbali.

La domanda che nasce spontanea nella mente delle donne vittime o meno di abusi e violenze non può che essere un lapidario “Perché?” Chissà se mai un giorno qualcuno riuscirà a trovare una risposta.

Mettendo da parte i ben tristemente noti numeri legati alla violenza che quotidianamente le donne subiscono, oggi vogliamo ricordare la grande bellezza, che coloro che compiono certi gesti hanno dimenticato o non hanno mai conosciuto.

La grande bellezza sono le due metà del cielo, per ricordare una celebre metafora.

Uomini e donne, uguali nei diritti e nei doveri, ma così intrinsecamente, profondamente, straordinariamente diversi.

Senza questa diversità, senza due corpi differenti e due pensieri differenti, per citare un celebre cantautore, non ci sarebbe futuro. E non stiamo parlando di biologia.

E crediamo che questa diversità vada ogni giorno apprezzata, coltivata e rispettata.

Dobbiamo imparare a portarci rispetto, imparare che se non si va’ d'accordo con una persona si può non vederla più, non parlarle più, o magari litigare e soprattutto che la si deve lasciar andare via. Sembra infatti che molte delle violenze domestiche, che spesso purtroppo sfociano in un atto estremo di femminicidio, siano spesso una “reazione dell’uomo alla decisione della donna di interrompere un legame“, come sottolinea sempre il dossier Eures. Quello passionale rimane perciò il movente più frequente che porta un uomo a commettere un simile gesto, parliamo di 504 casi del genere tra il 2000 e il 2013.

Dobbiamo perciò imparare che la violenza non porta a nulla se non ad altra violenza e alla paura, che è l'arma dei più deboli. Impariamo a starci vicini, impariamo ad amarci ma impariamo anche a non amarci più.

Uomini, aiutateci a non avere paura, aiutateci ad essere libere dal timore della violenza.

Noi siamo le madri dei vostri figli.

Noi siamo coloro che rendono meno fredde le notti d'inverno.

Noi siamo quelle che probabilmente noi e voi non ci capiremo mai fino in fondo, ma è bello così.

Noi siamo le vostre migliori amiche.

Noi siamo le vostre compagne di scuola, di giochi, di lavoro.

Noi siamo quelle con cui fate l'amore.

Noi siamo quelle che amate e odiate.

Noi siamo il desiderio che prende forma.

Noi siamo le vostre figlie.

Noi siamo quelle con cui litigare è bello perché poi fare la pace lo è ancora di più.

Noi siamo donne.

Noi siamo persone, esattamente come voi.